Uno studio smentisce l’idea che gli antidepressivi possano alleviare i sintomi del COVID

Uno studio smentisce gli antidepressivi come sollievo per i sintomi del COVID.

Uno studio clinico progettato per testare farmaci riutilizzati per il loro impatto nella lotta contro il COVID-19 non ha riscontrato alcun beneficio nell’assumere l’antidepressivo fluvoxamina (Luvox) per alleviare i sintomi del coronavirus.

Lo studio, condotto dal Duke Clinical Research Institute (DCRI) in collaborazione con l’Università di Vanderbilt, non ha evidenziato alcun miglioramento dei sintomi in coloro che assumevano l’antidepressivo a una dose di 100 milligrammi (mg) due volte al giorno per 13 giorni rispetto a coloro che assumevano un placebo.

“Non vi è stata alcuna evidenza di miglioramento nella percentuale di recupero sostenuto nei partecipanti che hanno assunto questa dose di fluvoxamina rispetto a coloro che hanno assunto un placebo”, ha dichiarato il ricercatore Dr. Adrian Hernandez, direttore esecutivo dell’istituto con sede a Durham, N.C.

I ricercatori hanno studiato la fluvoxamina perché evidenze precedenti suggerivano che potesse ridurre l’infiammazione causata dal virus.

Dopo aver constatato che l’assunzione di 50 mg di fluvoxamina due volte al giorno per 10 giorni non aveva alcun beneficio, il team ha testato la dose più alta, considerando che aveva un profilo di sicurezza favorevole ed efficacia in altri studi.

“Stiamo testando farmaci riutilizzati per capire se sono efficaci nel trattamento del COVID-19”, ha spiegato la Dr.ssa Susanna Naggie, responsabile dell’unità di coordinamento clinico dello studio presso il DCRI. I farmaci riutilizzati in questo studio sono già approvati dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti per il trattamento di altre condizioni.

La fluvoxamina è uno dei quattro farmaci riutilizzati approvati dalla FDA che sono stati testati nel nuovo studio. È un inibitore selettivo del reuptake della serotonina (SSRI) utilizzato per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo e della depressione.

I risultati sono stati pubblicati su medRxiv, un server di pre-pubblicazione. Sono stati sottoposti a una revisione paritaria. I risultati sono considerati preliminari fino alla pubblicazione su una rivista revisionata dai pari.

Lo studio clinico ha ricevuto finanziamenti dai National Institutes of Health.

FONTE: Duke Clinical Research Institute, comunicato stampa, 14 settembre 2023