Supporto respiratorio ECMO sicuro ed efficace per pazienti obesi in insufficienza respiratoria

Supporto ECMO sicuro ed efficace per pazienti obesi con insufficienza respiratoria

Utilizzare ECMO, una forma altamente avanzata di supporto respiratorio, non sembra complicare il trattamento per gli adulti obesi in terapia intensiva.

ECMO, abbreviazione di ossigenazione a membrana extracorporea, potrebbe addirittura aiutare questi pazienti quando sperimentano insufficienza respiratoria, nonostante il fatto che il suo utilizzo sia stato messo in discussione per coloro con obesità.

I pazienti obesi che hanno ricevuto ECMO per la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) hanno avuto tassi di mortalità più bassi rispetto ai pazienti con ARDS che hanno ricevuto ECMO e non erano obesi, secondo lo studio finanziato dagli Istituti Nazionali di Salute degli Stati Uniti (NIH).

Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno esaminato i dati di 790 pazienti provenienti da oltre 20 centri medici di 10 paesi che hanno ricevuto ECMO per l’ARDS.

In totale, 320 di questi pazienti erano obesi. Lo studio ha riscontrato che il 24% dei pazienti obesi è deceduto in unità di terapia intensiva, rispetto al 35% dei pazienti non obesi.

Anche se gli autori non hanno potuto controllare tutte le variabili, compresa la gravità della malattia, hanno concluso che i risultati supportano il concetto che l’obesità non dovrebbe influire sulle decisioni di trattamento per l’ECMO.

“Speriamo che i medici considerino i dati di questo studio quando prendono decisioni a letto per i pazienti con ARDS e obesità, anziché evitare preventivamente questa terapia salvavita”, ha dichiarato l’autrice dello studio, la dott.ssa Darya Rudym, pneumologa e assistente professore di medicina presso NYU Langone Health di New York City, in una nota stampa del NIH.

Ciò è in linea con studi precedenti che hanno trovato conclusioni simili analizzando dati provenienti da registri di pazienti e revisioni osservative.

L’ARDS rappresenta circa il 10% delle ammissioni in unità di terapia intensiva a livello mondiale.

La polmonite è stata il fattore più comune che ha portato alla grave malattia respiratoria osservata in questo studio.

Le percentuali di sopravvivenza per l’ARDS variano, con circa la metà fino ai tre quarti dei pazienti che sopravvivono. Anche le percentuali di sopravvivenza per l’ECMO, considerata una terapia di ultima istanza, sono variabili, ma sono state comprese tra il 60% e il 75%.

Lo studio, che è stato pubblicato di recente sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, è stato parzialmente supportato dall’Istituto Nazionale del Cuore, dei Polmoni e del Sangue (NHLBI) degli Stati Uniti e dal Centro Nazionale per il Progresso delle Scienze Traduzionali.

Ulteriori informazioni

L’American Thoracic Society fornisce ulteriori informazioni sull’ECMO.

FONTE: Istituti Nazionali di Salute degli Stati Uniti, comunicato stampa, 28 agosto 2023

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