COVID-19 potrebbe essersi diffuso tra gli esseri umani e i cervi

COVID-19 potrebbe diffondersi tra umani e cervi.

Nuove ricerche mostrano che nell’autunno 2021 e all’inizio del 2022, gli esseri umani e i cervi si sono scambiati il coronavirus, sollevando preoccupazioni sul fatto che questa riserva animale possa diventare una fonte di nuove varianti.

Durante quel periodo, secondo lo studio condotto dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per i Servizi di Ispezione Sanitaria e Vegetale (APHIS), gli esseri umani hanno trasmesso il virus ai cervi più di 100 volte.

Lo studio ha anche riscontrato che i cervi hanno trasmesso il virus agli esseri umani almeno tre volte.

Oltre a offrire nuove opportunità per il virus di mutare, il che potrebbe causare nuove varianti che successivamente infettano le persone, questa riserva animale potrebbe permettere alle varianti di continuare a circolare nonostante abbiano rallentato la loro diffusione negli esseri umani.

Gli scienziati hanno osservato che ciò accadeva mentre le varianti di COVID conosciute come Alpha e Gamma circolavano nei cervi dopo aver rallentato negli esseri umani, riporta il New York Times.

“I cervi interagiscono regolarmente con gli esseri umani e sono comunemente presenti negli ambienti umani – vicino alle nostre case, ai nostri animali domestici, alle acque reflue e alla spazzatura”, ha dichiarato l’autore dello studio Xiu-Feng Wan, esperto di malattie zoonotiche presso l’Università del Missouri. “Il potenziale di SARS-CoV-2, o di qualsiasi malattia zoonotica, di persistere ed evolversi nelle popolazioni animali può comportare rischi unici per la salute pubblica.”

Per studiare questo fenomeno, gli scienziati di APHIS, dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti e dell’Università del Missouri hanno raccolto più di 11.000 campioni da cervi tra novembre 2021 e aprile 2022 in 26 stati degli Stati Uniti e a Washington, D.C.

Il team di ricerca ha sequenziato quasi 400 campioni, individuando le varianti Alpha, Gamma, Delta e Omicron.

Un terzo dei cervi aveva anticorpi contro il coronavirus. Circa il 12% era attivamente infetto, hanno mostrato i risultati.

Gli studiosi sono stati in grado di confrontare anche campioni di cervi e umani, tracciando i loro percorsi e concludendo che gli esseri umani hanno trasmesso il virus ai cervi 109 volte. Gli scienziati hanno inoltre riscontrato casi in persone in Carolina del Nord e nel Massachusetts che indicavano che gli esseri umani erano infetti con versioni del virus “adattate ai cervi”, riferisce il Times.

I risultati dello studio sono stati pubblicati online il 10 luglio 2023 sulla rivista Nature Communications.

Ulteriori informazioni

I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti forniscono ulteriori informazioni su COVID-19.

FONTE: New York Times, 11 luglio 2023; Nature Communications, 10 luglio 2023