Collegamento riscontrato tra infiammazione e Alzheimer

Connection found between inflammation and Alzheimer's

Ricercatori di tutto il mondo stanno lavorando per scoprire i meccanismi alla base della malattia di Alzheimer e di altre forme di demenza. Ora, uno nuovo studio indica la cosiddetta infiammazione sistemica.

Ricercatori britannici hanno scoperto che l’infiammazione, l’attivazione del sistema immunitario innato del corpo, è associata a un rischio leggermente aumentato ma statisticamente significativo di demenza. Hanno riportato i loro risultati il 19 luglio sulla rivista PLOS ONE.

“In questo studio, abbiamo riscontrato associazioni tra livelli più elevati di infiammazione sistemica e il rischio di essere diagnosticati con demenza tra tre e undici anni dopo, anche se l’aumento del rischio è piccolo”, ha dichiarato l’autrice dello studio Krisztina Mekli, dell’Università di Manchester in Inghilterra.

“Questa associazione, ovviamente, non implica causalità, pertanto ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere ed valutare il meccanismo potenziale”, ha affermato Mekli in un comunicato stampa della rivista. “Inoltre, alti livelli di infiammazione potrebbero essere uno dei biomarcatori che aiutano a identificare le persone che hanno un rischio elevato di sviluppare demenza nel prossimo futuro”.

L’Istituto Nazionale del Cancro degli Stati Uniti definisce l’infiammazione sistemica come una grave condizione che coinvolge l’infiammazione in tutto il corpo. Questo può essere causato da un’infezione, trauma, intervento chirurgico, ischemia (mancanza di apporto di sangue a una parte del corpo) o determinate condizioni, come un disturbo autoimmune o pancreatite.

I dati provenienti dal Biobanco del Regno Unito su mezzo milione di persone hanno mostrato l’associazione tra demenza e infiammazione sistemica, secondo gli autori.

I ricercatori hanno valutato la relazione tra biomarcatori di infiammazione e performance nei test di memoria e pensiero, valutati contemporaneamente ai biomarcatori e anni dopo. Sono stati sottoposti a ulteriori test se successivamente sono stati diagnosticati con demenza.

L’analisi ha tenuto conto di una serie di fattori rilevanti, inclusa la presenza di una variante del gene APOE noto per essere associato a un rischio più elevato di demenza.

Il team ha scoperto che livelli più elevati di biomarcatori infiammatori erano associati a un aumento del rischio di diagnosi di demenza fino a undici anni dopo.

Questi biomarcatori infiammatori elevati erano anche associati a una peggiore performance in determinate misure dei test, tra cui compiti legati alla memoria prospettica, intelligenza fluida e tempo di reazione al basale e di nuovo dopo quattro a tredici anni.

Anche se altri biomarcatori noti, come lo stato di APOE, sembrano avere una più forte associazione con la demenza, ciò che ha mostrato questa ricerca potrebbe essere uno strumento utile aggiuntivo per identificare persone che potrebbero essere a rischio più elevato di sviluppare la condizione.

Saranno necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio il legame tra infiammazione e demenza, hanno affermato gli autori.

FONTE: PLOS ONE, comunicato stampa, 19 luglio 2023

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